Rapidità e snellezza: ecco il Direct lending
- Fabio Magnani / Financial Advisor
- 25 nov 2020
- Tempo di lettura: 2 min
L’attività di erogazione diretta di finanziamenti da parte di soggetti non bancari, tipicamente fondi di investimento alternativi specializzati che forniscono prestiti a medio-lungo termine a PMI, ma anche a grandi imprese, finalizzati a progetti di crescita, ad acquisizioni o al rifinanziamento del credito, è normalmente il direct lending.
E’ un attività in continua crescita a livello mondiale; il mercato più sviluppato è quello USA, dove il processo di disintermediazione bancaria è iniziato già negli anni Ottanta, a seguito di cambiamenti normativi e politiche che hanno promosso un modello di finanziamento per le imprese più aperto ed innovativo, che assegna un ruolo importante al mercato mobiliare.
I tipici progetti in cui il direct lending interviene con la leva del debito sono: acquisizioni condotte da una società di private equity, investimenti per la crescita e piani di sviluppo, consolidamento della base degli azionisti, rifinanziamento e ristrutturazione del debito.

Un primo elemento di giudizio rilevato è che il direct lending si adatta facilmente ad imprese (come le PMI) che non hanno la possibilità di affrontare costi fissi elevati quando si affacciano sul mercato mobiliare. Un altro elemento interessante è che il direct lender si candida come soggetto in grado di comprendere il business model proposto dall’impresa entrando nel merito del progetto di investimento che richiede capitale; le banche a volte non riescono a rispondere con adeguatezza a questa esigenza.
Un ulteriore vantaggio riscontrato è la rapidità di erogazione del finanziamento rispetto al circuito bancario. Va detto altresì dell’elevata personalizzazione che il direct lending consente, in fase di contrattazione, nel definire un accordo sulla base delle necessità e delle potenzialità finanziarie esprimibili dall’impresa.
A fronte di questi vantaggi, il direct lending comporta in generale un costo più elevato in termini di tasso di interesse; tuttavia ciò non scoraggia alcune PMI, che si sono dimostrate ben disposte a pagare un premium price in cambio di finanziamenti rapidi ed utili all’implementazione dei propri piani di sviluppo. La presenza di covenant finanziari, ovvero impegni presi dal creditore per rispettare determinati parametri contabili o evitare decisioni che mettano a rischio la solvibilità del prestito, sono molto frequenti nel direct lending, mentre raramente si riscontrano particolari richieste riguardo garanzie su asset reali.
Una considerazione comune a tutte le PMI è che il direct lending si è rivelato uno strumento utile nel colmare una carenza nell’offerta di credito esistente. Tutte giudicano l’esperienza positivamente e non escludono di riutilizzare questa modalità di finanziamento. Inoltre, viene considerata vantaggiosa la possibilità di diversificazione delle fonti di finanziamento, in ottica anche di Risk Management, in modo da non dipendere da un unico interlocutore.
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