Da sempre abbiamo sentito parlare dei corsi e ricorsi storici ed in alcune circostanze della ciclicità in economia. In questo periodo particolare sorgono alcune domande, nate da una sorta di insoddisfazione generale e di caos; sensazioni queste che ci seguono da alcuni anni.
Cosa è successo? E’ cambiato qualcosa o siamo entrati in una fase diversa?
A queste domande si può (forse) dare una risposta, riprendendo le analisi fatte sui cicli economici, all’inizio del secolo scorso, da Kondratiev. Studiando le serie statistiche relative a produzioni agricole ed industriali ed ai relativi prezzi, a partire dal 1790 fino ai primi anni venti del ventesimo secolo riuscì a stabilire che il modello economico vigente porta con sé i germi della sua distruzione, ma allo stesso modo è in grado di autorigenerarsi assumendo nuove forme e dimensioni, seguendo un ciclo (Superciclo) la cui durata è compresa tra i 50 e i 70 anni.
Le onde k
Le “Onde di Kondratiev”, anche denominate “Onde K”, non sono altro che cicli regolari sinusoidali, misurate a partire dalla prima Rivoluzione Industriale.
Secondo questa teoria, la storia economica è scandita da ‘onde lunghe’ della durata approssimativa di 50-70 anni. Ogni ciclo si articola in un alternarsi di periodi di alta crescita settoriale e di periodi di minore crescita. Le fasi ascendenti dei cicli di Kondratieff sono collegate allo sfruttamento di nuove tecnologie; le fasi discendenti si verificano quando lo sfruttamento tecnologico giunge a maturazione e le vecchie tecnologie offrono un minore guadagno, mentre le nuove tecnologie sono ancora in una fase sperimentale in termini di sfruttamento redditizio. Alla fine del ciclo si verifica una depressione o un prolungato periodo di deflazione.
Un “ciclo-K” è scomponibile in 4 fasi, cui corrispondono diversi “umori psicologici” e quindi comportamenti diversi da parte degli individui.
Nella prima fase, che richiede in genere circa 25 anni per compiersi, l’inflazione gioca un ruolo importante ed accompagna la crescita; aumentano l’occupazione ed i salari, nuovi prodotti e bisogni vengono diffusi e la tecnologia viene migliorata. Quando il limite di questo ‘trend’ sopraggiunge, comincia la prima fase di inversione, in cui la parte di capitale, che prima veniva destinata all’investimento e al risparmio, viene impiegata tutta in consumi. Contestualmente, l’inflazione comincia ad erodere parte dei profitti. Questa fase, sebbene duri in media 4-5 anni, è in grado di orientare l’umore di una popolazione per diversi anni successivi. Dopodiché incomincia una fase di altri 7-10 anni. Da qui, lentamente e selettivamente, si fanno strada determinati settori ed idee innovative che successivamente creano un clima di euforia, in cui torna il desiderio di consumo ed aumenta l’indebitamento: in questa fase si sviluppano facilmente bolle speculative che poi esplodono, dando il colpo finale ad un’economia “drogata” ed avviando una fase negativa, in genere costituita da tre anni di collasso, seguiti da una quindicina di anni di contrazione economica.
Nella dottrina economica comunemente i cicli vengono scomposti in quattro fasi, che per essere più facilmente compresi vengono associati alle quattro stagioni dell’anno solare: periodi semplici (Primavera e Autunno) e periodi difficili (Estate e Inverno).
Ai quattro periodi, sono associabili anche i cambiamenti sociali e gli “umori psicologici” delle popolazioni, fattori in grado di influenzare il mercato. La Primavera, come già detto ha una durata di circa venticinque anni, è il periodo a cui corrisponde una fase di crescita ed espansione; poi viene l’Estate in cui l’economia gira al massimo ed inizia a crescere l’inflazione. La terza stagione, l’Autunno (durata che va dai sette ai dieci anni) è il periodo nel quale i rimedi finanziari messi in campo per arginare l’inflazione portano al boom creditizio, favorendo la nascita di bolle speculative. Infine l’inverno è caratterizzato da una contrazione dell’economia generale, il benessere accumulato nelle precedenti fasi si trasforma in austerity.
Terminato un ciclo, attraverso l’arrivo di nuove innovazioni ed invenzioni, ripartono le quattro stagioni del ciclo economico di lunga durata (Supercliclo).
Dalla Rivoluzione industriale ad oggi abbiamo avuto quattro grandi onde di durata di circa 50-70 anni
a) la prima meccanizzazione;
b) la ferrovia;
c) elettricità e chimica moderne;
d) mobilità di massa ed industria petrolchimica
e) telecomunicazioni ed informatica
Oggi siamo alla fine della Quinta Onda.
A livello mondiale negli ultimi anni sono stati fatti interventi per scongiurare la crisi, mentre i poteri economici hanno fatto il possibile per massimizzare i profitti, speculando anche sul futuro, generando bolle abnormi e cercando di mascherare la crisi. Gli effetti sono stati quelli di spostare in avanti la crisi, accrescendo così il suo potenziale esplosivo.
I conflitti militari, le forti tensioni internazionali, il rallentamento di alcune economie “forti”, i grandi flussi migratori indicano in quale fase siamo.
Cosa fare?
Bisogna capire il contesto, a qualunque livello anche imprenditoriale, leggere le evoluzioni da un lato e le contraddizioni dall’altro, per trovare la strada il più possibile indolore ad una transizione dolce e breve.
Superata la crisi si passerà ad un ciclo di espansione successivo, con un livello di benessere superiore.
Attualmente stiamo vivendo un ciclo di autunno inverno che dovrebbe concludersi con il 2030.
Quindi è meglio prepararsi.
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